martes, 14 de noviembre de 2017

Madre Serafina Farolfi: uscire dalle sacrestie per incontrare e servire


La Venerabile Madre Serafina Farolfi, fondatrice delle Clarisse francescane missionarie del SS. Sacramento della Badia di Bertinoro è stata ricordata, in occasione del centenario della morte, con un incontro pubblico che si è svolto sabato 11 novembre nella Cattedrale di Forlì.
Presenti numerosi sacerdoti, fra cui il vicario generale, mons. Pietro Fabbri, decine di suore, ospiti e amici delle case dell’Istituto provenienti da Bertinoro, Cesenatico, Chitignano e Bologna, il sindaco di Forlì, Davide Drei, la presidente del consiglio comunale di Bertinoro, Romina Bassenghi, a nome del sindaco, Gabriele Fratto. Hanno inviato i loro saluti la madre generale, suor Karuna Kuruvanthanam, mons. Tommaso Ghirelli, vescovo di Imola, diocesi in cui si trova Tossignano, paese d’origine di madre Serafina e il sindaco dello stesso paese, Clorinda Alessia Mortero.

Dopo i saluti del vescovo di Forlì-Bertinoro, mons. Lino Pizzi e della madre Poervinciale, suor Flavia Luca, moderati da Alessandro Rondoni, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna, sono intervenuti il francescano fra Carlo Serri, del convento della Verna, suor Chiara Lorenzato, segretaria generale dell’Istituto e mons. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna.
“Oggi abbiamo una buona notizia - ha affermato Rondoni - la testimonianza e l’opera di santità di madre Serafina. Abbiamo bisogno della carità dei Santi e di quella carità educativa che è la caratteristica dell’opera della fondatrice delle suore delal Badia”.
Della santità in Madre Serafina ha parlato fra Carlo Serri: “La santità ha sempre accompagnato la vita della Chiesa, ma è qualcosa che ci provoca sempre molto. I santi ci danno speranza perché nella loro umanità si rende presente qualcosa di più grande, Dio che abita tra gli uomini. Serafina ha vissuto il mistero dell’incontro con Dio e innamorata di Lui ha voluto comunicarlo a tutti”
Suor Chiara Lorenzato ha presentato l’attualità del carisma di Madre Serafina: “E’ come un seme che è diventato un grande albero, ma questo carisma che cosa ha da dire all’uomo contemporaneo?”.
La relatrice ha sintetizzato in quattro le sfide alla quali il carisma di madre Serafina può rispondere. Di fronte alla società liquida “siamo chiamati ad essere uomini e donne vere, canali del’amore di Dio” e di fronte alla globalizzazione dell’indifferenza: “ad essere comunità vere, spazi di umanizzazione di perdono e riconcliazione”. Alla frammentazione e alla dispersione di oggi Madre Serafina risponde con la sua proposta di vita, che è insieme contemplativa e attiva e al cambiamento d’epoca con la sua passione missionaria. Lei che in missione non è mai andata.
Anche mons. Zuppi ha messo in evidenza nel suo intervento, “Chiesa: uscire, incontrare, servire”, quello che la fondatrice delle Clarisse francescane missionarie del SS. Sacramento insegna oggi a tutti i cristiani: “Ciò che ci suggerisce Madre Serafina sono le stesse cose che ci chiede papa Francesco, di essere contemplativi, di aprire gli occhi e di guaradre la realtà e l’altro alla luce della parola di Dio. Chiede a tutti una misericordia vera, di compromettersi. di toccare la carne ferita dell’uomo, di uscire dalle sacrestie. Uscire, prima di tutto, da se stess, dagli schemi che ci impediscono di ascoltare e di incontrare, non le categorie, ma gli uomini in carne e ossa. Per servire, che non è semplicemente fare diagnosi, o prestazioni sociali, ma accompaganre l’uomo concreto all’esperienza dell’amore di Dio”.


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